La decisione affronta il caso di un grave svuotamento di mansioni, protrattosi per 7 anni (e ancora di più a ritroso), dal 2006 al 2013, a fronte del quale è stato riconosciuto un risarcimento a carico della società convenuta, la RAI, con riflessi sia sul profilo professionale, sia sul profilo biologico. L’intricata vicenda, approdata in Cassazione trascinata da ben otto motivi di ricorso da parte della RAI è stata risolta a favore della lavoratrice, con dovizia di argomentazioni, tra inammissibilità e infondatezza delle ragioni addotte dalla società ricorrente.
elementi di valutazione della prova del danno da svuotamento di mansioni nel corollario logico tra allegazioni e presunzioni